Le OTA pronosticano il caos se la parity rate svanirà (ma è tutta una bufala)

I consumatori saranno i grandi perdenti se gli hotel avranno la possibilità di dettare le tariffe in tutti i canali di vendita online.
Questo, in sintesi, è il pensiero dell’ETTSA (European Technology and Travel Services Association), la lobby dei grandi distributori del mercato turistico e delle OTA – fra i suoi membri, Expedia, lastminute.com, eBookers/Orbitz, Opodo, Go Voyages, eDreams e Travellink. Sarà proprio così?

Le parole dell’ETTSA sono la risposta delle multinazionali dell’intermediazione alberghiera al progetto di legge Macron, dal nome del deputato e ministro dell’economia francese, Emmanuel Macron, e, in particolare, all’articolo 33 del testo, scritto con lo scopo di abolire la parity rate in Francia. La legge, passata all’Assemblea Nazionale Francese a giugno, dovrà essere esaminata di nuovo dal Senato, prima di ricevere il voto definitivo dell’Assemblea Nazionale. L’iter, insomma, è ancora lungo. Intanto, però, l’unione francese degli albergatori (UMIH) sorride alla ritrovata libertà:

Questo è un giorno importante per l’industria alberghiera francese: le sue 17 mila strutture associate avranno finalmente libero accesso al Web per diffondere le loro offerte. Abbiamo lavorato senza sosta per portare all’attenzione di ministri e parlamentari questo provvedimento e, dopo tre anni, ci siamo arrivati. Siamo riusciti a scrivere la parola fine sulle pratiche delle piattaforme di prenotazione online, che da troppo tempo applicano clausole abusive ai nostri hotel. Di questo ne beneficeranno i circa 200 mila dipendenti degli hotel francesi, contro i 650 di Booking.com.

E Booking.com cosa dice? Apriti cielo. Secondo Carlo Olejniczak, direttore di Booking.com in Francia, Spagna e Portogallo, a perderci saranno anzitutto gli albergatori:

[Questa legge] potrebbe condurre verso una esacerbante guerra delle tariffe, con ripercussioni sui margini di guadagno degli hotel e, infine, sulla qualità dell’offerta alberghiera. Gli albergatori potrebbero soffrirne.

A dar man forte alle dichiarazioni di Booking.com, come si anticipava in apertura d’articolo, è arrivata la presa di posizione dell’ETTSA, con parole che, tuttavia, contraddicono nei fatti lo scenario da conflitto mondiale evocato da Olejniczak. Secondo l’ETTSA, a rimetterci saranno soprattutto i consumatori e, comunque, non si scatenerà alcuna guerra dei prezzi. La dichiarazione è di Christoph Klenner, segretario generale dell’associazione:

Non ci sarà nessuna competizione sui prezzi se gli hotel decideranno tutte le tariffe. Gli hotel favoriranno ingiustamente i loro canali di vendita con il prezzo più basso e la maggiore disponibilità di camere. Questo porterà a una riduzione sostanziale della concorrenza e alle possibilità di scelta dei consumatori. Tutto questo, poi, condurrà a prezzi più elevati: gli hotel non applicheranno più sconti, visto che potranno eliminare la concorrenza in tutti i canali distributivi […].

Il controllo dei prezzi e la possibilità di limitare le disponibilità causerà, senza dubbio, comportamenti anticoncorrenziali.

Con tutte le procedure aperte dalle autorità antitrust di mezzo mondo contro Booking.com e soci, viene perlomeno da sorridere a sentir parlare di “comportamenti anticoncorrenziali” un portavoce della lobby della grande distribuzione alberghiera.

Ma l’ETTSA, per bocca del suo segretario generale, ha anche altro da dire. Klenner fa notare che l’abrogazione integrale della clausola di parity rate, contenuta in contratti regolarmente negoziati e ancora validi, è un precedente pericoloso. In particolare, fa sapere sempre Klenner, la legge Macron è un segnale alle altre industrie transalpine: il governo francese non rispetta il diritto delle imprese e dei cittadini di poter confidare negli accordi commerciali stipulati fra le parti, secondo il segretario dell’ETTSA.

Ma non è tutto. La campagna di terrore dell’ETTSA prosegue con queste parole:

Questo provvedimento (la legge Macron, ndr) promette uno scenario da incubo, per chi vende viaggi online e per gli hotel, che si troveranno di fronte a una grande incertezza giuridica, perché, da una notte all’altra, dovranno essere rinegoziati tutti gli accordi. Questa è una situazione terribile, per l’industria alberghiera e per tutti i consumatori, da affrontare, oltretutto, alla vigilia delle prenotazioni estive. I consumatori potrebbero accorgersi che la possibilità di prenotare online gli alberghi francesi è improvvisamente scomparsa, senza alcuna spiegazione apparente.

Intanto in Italia…

Come spesso accade, il nostro Paese resta alla finestra o, tutt’al più, si muove a piccoli passi. Risale ad aprile la notizia dell’accordo fra Booking.com e le autorità per la concorrenza italiana, francese e svedese per limitare l’accordo sulla parity rate.

In Italia, a lanciare la crociata contro la parità tariffaria ci ha pensato Federalberghi. Come si legge in un comunicato stampa, pubblicato il 25 giugno nel suo sito, “Federalberghi ha presentato un ricorso al TAR del Lazio per richiedere la definitiva abolizione dei patti di parity rate, clausole contrattuali imposte dalle multinazionali dell’intermediazione, che non consentono all’albergo di pubblicare in chiaro sul proprio sito internet alcune soluzioni che sarebbero molto più vantaggiose per la clientela”.

Nello stesso comunicato, il presidente di Fedealberghi, Alessandro Nucara, chiede al governo italiano “di intervenire con urgenza, vietando per legge queste clausole vessatorie, al pari di quanto è avvenuto in Francia pochi giorni fa”. Da Palazzo Chigi, nessuna replica.

In attesa che qualcosa si sblocchi anche nel nostro Paese, e in vista del picco di prenotazioni della stagione estiva, Federalberghi suggerisce “due mosse” ai viaggiatori per “ricercare il trattamento più conveniente”:

Un primo passo consiste nel visitare sempre il sito internet dell’hotel, sul quale dal 1° luglio potranno essere disponibili tipologie di offerte che non sono presenti sui grandi portali, ai quali gli alberghi non sono più obbligati a conferire tutti i propri prodotti.

Se questa prima ricerca non genera il risultato auspicato, è possibile telefonare o inviare una mail direttamente all’albergo e domandare se nel giorno di nostro interesse sono disponibili soluzioni più convenienti rispetto a quelle poste in vendita sui grandi portali.

Per l’appunto, Federalberghi ricorda a tutti gli albergatori che dal 1° luglio è in vigore l’accordo concluso fra l’autorità garante per la concorrenza italiana e Booking.com, che prevede la fine dell’obbligo della parità tariffaria per le vendite offline (telefono, posta elettronica, agenzia di viaggi) e per le vendite opache. In sostanza, se il viaggiatore chiamerà o scriverà una mail al tuo hotel, potrai offrirgli condizioni migliori, tariffe più basse, servizi aggiuntivi (cocktail di benvenuto, Wi-Fi gratuito, minibar…) o altre agevolazioni, per esempio il late check-out, rispetto a quelle disponibili nei portali di prenotazione online.

Per favorire la conoscenza delle nuove regole, Federalberghi ha messo a disposizione di tutti gli alberghi italiani una serie di messaggi informativi, che invitano i turisti a farsi furbi, contattando direttamente gli hotel – puoi scaricarli da questo link.

Insomma, cari albergatori, se volete iniziare a disintermediare, è arrivata l’ora di sfoderare le vostre offerte migliori (e un pizzico di coraggio).