A marzo di quest’anno, Airbnb ha annunciato di voler aprire le sue porte alle strutture alberghiere, vale a dire ai bed and breakfast e ai boutique hotel.
Innovare e sperimentare: sono le molle che spingono la distribuzione alberghiera sempre più avanti, verso la continua ricerca della soddisfazione dell’ospite e del profitto. Abbiamo parlato con un imprenditore del travel tech di lungo corso, innovatore per vocazione, per capire che direzione stia prendendo il mercato e cosa serva, oggi, a un albergatore che vuole disintermediare.
La notizia è arrivata alle orecchie degli albergatori in un baleno. Il 7 febbraio, Airbnb ha annunciato che, da marzo, sarà disponibile la connessione in tempo reale del suo portale con il channel manager di SiteMinder. In soldoni, Airbnb apre il suo sito anche agli hotel.
Dal 1° novembre sono cambiate le politiche di Booking.com per le tariffe non rimborsabili. Con un avviso recapitato nell’extranet degli hotel martedì 31 ottobre, il portale ha fatto sapere che d’ora in poi addebiterà la commissione anche sulle penali applicate nel caso in cui il viaggiatore decida di cancellare la sua prenotazione.
L’abolizione della parity rate è legge in Italia. Con il voto finale del Senato sul disegno di legge per la concorrenza, arrivato due giorni fa, la clausola della parità tariffaria è al bando anche nel nostro Paese, dopo due anni e mezzo di iter parlamentare – se vuoi ripercorrere la storia, leggi questo articolo.
Diminuire le commissioni versate alle OTA: ne vale la pena? Piaccia o meno, i vari Expedia, Booking.com, hotels.com, Travelocity e chi più ne ha più ne metta hanno rivoluzionato l’acquisto dei soggiorni – a questo proposito, ti consigliamo di leggere The Definitive Oral History of Online Travel, di Dennis Schaal.
Quale albergatore può permettersi di lavorare senza le OTA? Se fino a qualche anno fa le cancellazioni delle prenotazioni erano una preoccupazione per molti hotel, ora sembrano diventate un vero e proprio incubo.
Ogni tanto, è bene ricordare quanto gli hotel dipendano dalle OTA per ricevere le prenotazioni online. Tutti sappiamo che questi intermediari costano, spesso anche tanto. A volte, però, può accadere un fatto sorprendente.
“Prenotare diretto!”. È il grido di guerra che ogni giorno riecheggia nelle reception degli hotel, negli uffici delle catene alberghiere e in quelli di molti consulenti di marketing.
È la domanda che si fanno un po’ tutti. Per molti, Airbnb ha creato una zona grigia nel mercato delle prenotazioni online. In tutto il mondo, le associazioni degli albergatori sono scese sul piede di guerra. E c’è chi ha parlato di “degenerazioni della sharing economy nel turismo”.
Molti hotel fanno la cosa giusta: offrono le disponibilità e le tariffe migliori a Booking.com anziché a Expedia. Pochi, tuttavia, considerano le altre variabili in gioco. Per esempio, le cancellazioni e i relativi costi. Non è facile stimare i costi per le cancellazioni. Ma questo non vuol dire che dovrebbero essere ignorati.
Ci hai fatto caso? I giganti della vendita online condividono lo stesso obiettivo: monopolizzare tutto il ciclo di vita dei loro clienti, con particolare attenzione per la parte più interessante, e succosa, dal punto di vista della pecunia, vale a dire le prenotazioni.