Cos’è e come funziona il Tax Credit per la digitalizzazione turistica

L’annuncio è arrivato alla Borsa Internazionale del Turismo venerdì 13 febbraio dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: “Il tax credit per il turismo digitale è pienamente operativo, ieri ho firmato con il Ministro Padoan il decreto attuativo”.
In soldoni, le imprese turistiche che investiranno nei propri siti Web e nella digitalizzazione dei propri servizi potranno ottenere un credito di imposta del 30%. Sei pronto per cogliere al volo l’occasione?

Il credito di imposta del 30% previsto dal decreto legge Art Bonus può aiutare la tua struttura ricettiva, online e anche offline. Nelle prossime righe ti spieghiamo come funziona e come fare per ottenerlo.

Posso accedere al bonus?

Potranno richiedere il credito di imposta queste imprese turistiche:

  • strutture alberghiere con almeno 7 camere: alberghi, villaggi-albergo, residenze turistico-alberghiere, alberghi diffusi, condhotel, marina resort;
  • strutture extra-alberghiere: affittacamere, ostelli per la gioventù, case e appartamenti per vacanze, residence, case per ferie, bed and breakfast, rifugi montani;
  • esercizi ricettivi aggregati, che forniscano servizi extra ricettivi o ancillari: consorzi, reti d’impresa, ATI, organismi o enti simili;
  • agenzie di viaggio e tour operator.

A quali spese si applica il credito di imposta?

L’obiettivo del provvedimento è favorire la digitalizzazione delle imprese turistiche. Con una novità: fra le spese contemplate dal decreto rientrano anche quelle sostenute per la formazione tua e del tuo personale. Insomma, se cercavi l’occasione per migliorare la tua preparazione e il tuo bagaglio di conoscenze, eccola.

In dettaglio, il vantaggio fiscale si applica a queste spese:

impianti Wi-Fi per offrire ai tuoi clienti un servizio gratuito con una velocità di connessione di almeno 1 Megabit al secondo in download. Sono ammessi i costi sostenuti per l’acquisto e l’installazione di modem/router e dell’hardware necessario per la ricezione del servizio mobile (antenne terrestri, parabole, ripetitori di segnale);

  • siti Web ottimizzati per il mobile. Sono ammessi i costi sostenuti per l’acquisto di software e applicazioni;
  • programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi e pernottamenti, purché in grado di garantire gli standard di interoperabilità necessari all’integrazione con siti e portali di promozione pubblici e privati e di favorire l’integrazione fra servizi ricettivi ed extra-ricettivi. Sono ammessi i costi sostenuti per software e hardware (server, hard disk);
  • spazi e pubblicità per la promozione e commercializzazione di servizi e pernottamenti turistici sui siti e nelle piattaforme informatiche specializzate, anche se gestite da tour operator e agenzie di viaggio. Sono ammessi i costi sostenuti per i contratti di fornitura di spazi Web e pubblicità online;
  • servizi di consulenza per la comunicazione e il marketing digitale. Sono ammessi i costi sostenuti per i contratti di fornitura di prestazioni e servizi;
  • strumenti per la promozione digitale di proposte e offerte innovative in tema di inclusione e di ospitalità per persone con disabilità. Sono ammessi i costi sostenuti per contratti di fornitura di prestazioni e servizi e di acquisto del software;
  • formazione del titolare o del personale dipendente. Sono ammessi i costi sostenuti per il contratto di fornitura di prestazioni e di servizi (docenze e tutoraggio).

Qual è la cifra massima del rimborso?

Il bonus fiscale prevede un tetto di spesa di 41.666 euro per ogni soggetto. Su questa cifra deve essere applicato il credito di imposta del 30%. Pertanto, lo sconto fiscale non potrà mai superare i 12.500 euro complessivi. Il rimborso può coprire le spese sostenute nel 2014, nel 2015 e nel 2016, è alternativo e non cumulabile con altri sgravi fiscali.

Quando posso inviare la domanda per ottenere il credito?

Per richiedere il credito di imposta, devi presentare la tua domanda per via telematica al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Nei prossimi giorni, il Ministero renderà note le modalità precise per l’invio della domanda telematica: da quel momento, avrai 60 giorni di tempo per presentare la tua domanda per le spese sostenute l’anno scorso.

Per l’appunto, le richieste per ottenere il credito di imposta possono essere presentate:

  • entro 60 giorni dalla definizione delle modalità telematiche, per le spese sostenute nell’anno 2014;
  • dal 1° gennaio al 28 febbraio 2016, per le spese sostenute nell’anno 2015;
  • dal 1° gennaio al 28 febbraio 2017, per le spese sostenute nell’anno 2016.

Quali documenti devo presentare?

Nella domanda, sottoscritta dal legale rappresentante della tua impresa, dovrai indicare:

  • il costo complessivo degli interventi e l’ammontare delle spese eleggibili;
  • l’attestazione di effettività delle spese sostenute;
  • il credito d’imposta spettante.

Alla domanda dovrai allegare questi documenti:

  • una tua dichiarazione con l’elenco degli interventi realizzati;
  • l’attestazione delle spese effettivamente sostenute;
  • la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà relativa ad altri aiuti “de minimis” eventualmente fruiti nell’esercizio in corso e nei due precedenti.

Come viene riconosciuto il credito d’imposta?

Entro 60 giorni dal termine di presentazione della domanda, dopo la verifica di tutti i requisiti, il Ministero comunica all’impresa il riconoscimento del credito d’imposta e l’importo spettante.

Il riconoscimento del credito fiscale avverrà sulla base dell’ordine di presentazione delle domande e fino alla disponibilità dei fondi – Il Sole 24 Ore fa sapere che nel decreto Art Bonus sono previsti “15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2019 a copertura del nuovo tax credit” e che “Il 10% di quegli stanziamenti è riservato alle agenzie di viaggi e ai tour operator”.

Le domande ammesse saranno pubblicate nel sito Internet del Ministero dei Beni Culturali. Il credito di imposta sarà suddiviso in tre quote annuali di pari importo e sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione, nella dichiarazione dei redditi.

Una storia lunga

Il tax credit per la digitalizzazione del settore turistico è un’idea nata nel luglio 2013 su iniziativa di Startup Turismo, associazione bolognese impegnata nello sviluppo dell’economia turistica italiana attraverso la creatività e l’innovazione digitale. La prima proposta di Startup Turismo prevedeva un credito di imposta del 50% sugli investimenti annui fino a un ammontare massimo di 12.000 euro. Il primo risultato concreto era arrivato quasi un anno dopo: il 22 maggio 2014, il Consiglio dei Ministri aveva approvato il decreto Art Bonus per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo – l’articolo 9 citava il tax credit per la digitalizzazione delle imprese turistiche.
Ora, il decreto attuativo che sblocca i fondi.

Come ha spiegato il ministro Franceschini, “grazie agli investimenti sul digitale, saremo in grado di promuovere al meglio le nostre ricchezze locali e le nostre eccellenze enogastronomiche. Con la nostra capacità di associare creatività, innovazione e tradizione nei prossimi anni continueremo a sorprendere il mondo, creando al contempo opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale per il territorio”.

Al di là della retorica di rito, i 15 milioni di copertura per il tax credit somigliano a una goccia nel mare. Meglio di nulla, ma non abbastanza per colmare il gap digitale del nostro mercato turistico.

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