La fine della Parity Rate in Francia: cosa significa per i piccoli hotel?

In Italia, Federalberghi ha chiesto al governo un provvedimento per abolire la clausola della parità tariffaria inserita nei contratti sottoscritti dagli albergatori con Booking.com e soci. È solo l’ennesimo capitolo dello scontro fra i grandi portali di prenotazioni e gli hotel.
Nel frattempo, però, a Parigi hanno fatto sul serio: la parity rate è carta straccia da fine luglio. Cosa è successo e perché? Cosa significa per gli hotel più piccoli? Come uscire a testa alta dalla sfida con le OTA?

Se hai seguito le ultime notizie a proposito della parity rate, avrai notato tante novità nel complicato panorama della distribuzione online.
Quali sono le conseguenze per le piccole strutture ricettive? Vediamole nelle prossime righe.

Cosa è successo?

A fine luglio l’Assemblea Nazionale Francesce ha sancito la fine della parità tariffaria per gli hotel d’oltralpe con l’approvazione della legge Macron. La nuova norma stabilisce che l’albergatore è libero di proporre a ogni cliente sconti e tariffe vantaggiose. Se è vero che il 70% delle prenotazioni online in Europa arrivano agli hotel grazie a Booking.com e soci, il cambiamento è di portata epocale.

La legge Macron cancella la clausola di parity rate prevista nei contratti sottoscritti dagli albergatori francesi con tutte le OTA; questa clausola impediva agli albergatori francesi di pubblicare nei siti dei loro hotel tariffe inferiori a quelle inserite nei portali.

HotelNewsNow ha pronosticato che gli Stati Uniti potrebbero seguire a breve l’esempio francese e che, perlomeno, la crescente disponibilità di tariffe di prenotazione differenti in Europa abituerà i viaggiatori internazionali a usare i metamotori di ricerca per trovare e confrontare le tariffe pubblicate nei portali.

Leggi anche: Le OTA pronosticano il caos se la parity rate svanirà (ma è tutta una bufala)

Perché è successo?

Sia le associazioni degli albergatori che quelle dei consumatori sono preoccupati dal fatto che le OTA siano riuscite a costruire un monopolio a proprio uso e consumo, in uno scenario sempre più anti-competitivo. Un monopolio in termini di distribuzione alberghiera significa commissioni più alte per gli hotel – l’albergatore, ovviamente, si rifarà sull’ospite.

Molti hotel, soprattutto i più piccoli, risentono della clausola della parità tariffaria. Cosa accade? Semplice. Le OTA abbassano i prezzi di vendita nei loro portali al di sotto dei limiti minimi previsti nei contratti. In che modo? Riducendo i loro margini sulle commissioni.

A questo punto, gli albergatori perdono sempre più prenotazioni dirette. I viaggiatori scelgono sempre più spesso le tariffe più vantaggiose delle OTA, mentre gli hotel sono strozzati dall’obbligo di pagare le commissioni su ogni camera venduta.

Cosa significa per i piccoli hotel?

A meno che tu non abbia una struttura ricettiva in Francia, lo scenario non cambia molto. Sul fronte italiano, non si intravedono novità imminenti, anche se, proprio oggi, Federalberghi ha chiesto al governo Renzi di abolire la parity rate per legge, con un provvedimento simile a quello già in vigore in Francia.

In attesa di sviluppi, se vuoi uscire a testa alta dalla sfida della parity rate, ti consigliamo di disintermediare con intelligenza. Vediamo qualche tattica sempre efficace.

Includi gli extra

Aggiungi alle tue tariffe qualche elemento di valore, per esempio il parcheggio privato gratuito, il Wi-Fi illimitato o un biglietto per qualche evento in programma nei pressi del tuo hotel. Le OTA potranno anche vendere le tue camere a prezzi ribassati. Tuttavia, se il viaggiatore acquisterà lo stesso soggiorno a prezzo pieno potrà beneficiare di extra che, ai suoi occhi, varranno più di un semplice sconto.

Escludi alcune tipologie di camere

Alcuni albergatori scelgono di non offrire nel sito del loro hotel certe tipologie di camere. Credono che questo li aiuti a controllare meglio le strategie di vendita delle camere. Non è un’idea brillante: alla fine, è solo un modo per danneggiare chi vuole comunque prenotare nel tuo sito piuttosto che nei portali.

Offri tariffe riservate a gruppi selezionati di viaggiatori

Anche se nel tuo sito non puoi sbandierare ai quattro venti tariffe più basse rispetto a quelle disponibili nei portali, ti è comunque permesso proporre prezzi diversi, anche più bassi, a pubblici selezionati di consumatori. Per esempio, puoi offrire tariffe speciali ai fan della tua pagina Facebook, alle persone che ricevono la tua newsletter o a chi ti chiede un piccolo sconto al telefono.

Migliora l’esperienza di prenotazione

Un sondaggio di MMGY, pubblicato pochi giorni fa, ha coinvolto 3.300 viaggiatori leisure. La ricerca ha rivelato che i portali di prenotazione hanno conservato la loro popolarità come strumenti per la ricerca di vacanze e per il confronto delle tariffe, pur avendo perduto terreno, rispetto al 2014, per quanto riguarda le prenotazioni generate.

Hai presente quanto è facile prenotare una camera su Booking.com o su un sito di qualunque altra OTA? Bene. L’esperienza di acquisto del soggiorno nel sito del tuo hotel deve essere facile almeno tanto quella garantita da questi portali. Devi far sì che il viaggiatore possa capire a colpo d’occhio quali camere sono disponibili e a quali tariffe – evita di sommergere l’utente con decine di opzioni. Tutto il processo di prenotazione nel sito del tuo hotel deve apparire semplice, immediato e sicuro.

Scegli un buon channel manager

Fatti furbo. Usa la tecnologia per semplificare la gestione delle tue vendite online. Un buon channel manager ti permette di cambiare disponibilità e tariffe delle tue camere in tempo reale in tutti i portali connessi al tuo channel manager, a seconda dell’andamento delle prenotazioni. Per esempio, il channel manager integrato in 5stelle*, il nostro gestionale cloud per hotel, ti collega a decine di canali di distribuzione online.

Liberamente tratto da What’s New With Rate Parity: A Breakdown for Small Hotels.